giovedì, marzo 23, 2006

 

Sentendo, leggendo, pensndo

Mi sembra che i giudizi che si danno troppo facilmente su persone e fatti a noi sconosciuti alla fine vengono offorti sulla base di pensieri precostituiti in un senso o nell'altro. Non dei fatti

Le valutazioni, positive e negative, si polarizzano allora attorno a sedimenti interpretativi già presenti nella testa. Si cerca di trovare ragioni per poi esibire la dimostrazione di una tesi, invece di interpretare criticamente e in maniera constestualizzata ciò che ci circonda.

Voglio (= provo a) essere cattivo, cinico se volete, ma intellettualmente onesto.

No, noi non sapiiamo una emerita sega di quanto sia valsa in vita una persona poi morta gridando una frase patriottica. Si ricorda altro di lui? Non sappiamo se era andata a fare un mestiere ai limiti della legalità (e di cui conosceva bene i rischi) per pagarsi mutui, o perché gli piaceva fare sei mesi da rambo e sei mesi la "bella vita". Non sappiamo se era un uomo buono o cattivo, se faceva bene al prossimo o meno. Oggetivamente non lo sappiamo. Non io perlomeno.

L'esposizione mediatica cui è stato sottoposto quattrocchi in tempi in cui anche un brufolo sul culo di una velina fa notizia e serve per riempire i telegiornali, ha portato ad avvalorarlo di medaglia. Gli si vogliono istituire piazze e strade. Si costruisce una figura eroica su una frase detta, non su atti concreti di eroismo.

A qualcuno negli stati uniti, colpevole certo di reati pesanti, non sono valsi tuttavia anni di impegno sociale, di libri, di riconoscimenti pubblici, di candidature al nobel per la pace ad essere sottratto ad una sentenza di morte. Il boia del resto non è granché acculturato, dovendo semplicemente apporre una firma in calce al decreto di condanna...

Callipari è morto sacrificandosi per qualcuno (non mi importa disquisire se meritevole o meno, non è questione di coloriture; anche qui…). Fosse morta una delle ragazze rapite mentre era ad aiutare volontariamente i bambini irakeni sarebbero stati un sacrificio e una perdita eroici.

I gesti meritano mille volte più delle parole perché suscettibili di produrre, loro sì, delle conseguenze. Anche senza ritorno.

Sono un iconoclasta, lo so.


mercoledì, marzo 15, 2006

 

Sfida Prodi-Berlusconi 2/2: breve analisi rispetto alla comunicazione; i voti.

Queste sono le sensazioni di uno dei sedici milioni di italiani che hanno guardato la sfida televisiva di ieri sera.
Dal momento che non ci si poteva aspettare una esauriente e soddisfacente trattazione degli argomenti (per parlare in maniera approfondita di economia, politica estera, società ecc. sarebbero occorse tante puntate monografiche da tre ore l'una....), non comprendo l'eccessivo rutilare contro una formula tesa a fornire sintesi ed espressione al portato di significati dei due candidati.
E male infatti ha fatto Berlusconi a prendere l'esposizione mediatica tanto agognata come l'occasione per esporre tutta la carne al fuoco che aveva in testa per convincere gli italiani: take it simple!

Ma procediamo per ordine (alfabetico).

Berlusconi
Le sensazioni iniziali sono quelle di stare osservando un esaminando dinanzi alla commissione giudicatrice. Ha studiato tanto e a memoria, si sforza di ricordare ed esporre tutto quanto è riuscito a ripassare negli ultimi giorni, a discapito del filo logico del discorso e delle domande.
I tempi. A differenza del proprio avversario inizia subito a sforare i tempi delle risposte. Vuole dire più del consentito e ci resta anche male. La capacità di sintesi in un confronto del genere è fondamentale, l'allungare i discorsi controproducente.
L'eloquio, in assenza di pubblico e nell'impossibilità di aggredire l'interlocutore interrompendolo con battute ed accuse, si perde dietro incertezze e ogni tanto si mangia le parole. E' evidentemente a disagio. Non guarda in camera (da lui non me lo sarei aspettato), ma è più spesso intento a guardare il foglio in cui nervosamente scrive in continuazione. Sembra parli alla sua penna, anziché al pubblico. Usa, a volte, parole sforzatamente ricercate tanto da apparire arcaiche.
Le cifre. Sono la sua ossessione. Sembra impegnarsi e sforzarsi ogni misura nel ricordare e riportare una infinità di numeri a sostegno delle sue tesi. Ora, le tesi, se effettivamente e inconfutabilmente valide, sanno essere convincenti anche senza rinforzini che, se esagerati, finiscono con l'inculcare in chi ascolta solo la sensazione che non ci sia sostanza dietro i numeri. Prodi ne approfitta in maniera sapiente (vedi in seguito).
La megalomania. Dire che il proprio governo è stato in assoluto e inequivocabilmente il migliore dal dopoguerra crea antipatia. Possibile non l'abbia ancora capito?
Gli errori. Sono gravi. Assimila le giuste ambizioni partecipative delle donne, a un qualcosa di di secondario parlando per loro che, invece, preferirebbero non andare a Roma a lavorare per stare a casa in famiglia. Altro autogol inatteso è sulla politica estera: a una domanda sull'Iran, lui casca dalle nuvole e tartaglia chiedendo lumi se si stesse parlando di Iraq e Iran. Un presidente del Consiglio non deve avere esitazioni su argomenti tanto rilevanti.
Ma il peggio lo mette in mostra nei 3 minuti conclusivi, quando deve fare il proprio appello agli elettori ammettendo subito, d'acchito, di essersi trovato in difficoltà dando la colpa alle regole del confronto (che, come tali, sono uguali per le parti, ma questo dovrebbe pure essere superfluo dire) e riconoscendo nella sostanza la sconfitta (nonostante le dichiarazioni di vittoria dell'indomani).

Prodi
Dà da subito una sensazione di maggiore sicurezza. Non si intrappola in acrobazie verbali e rispetta i tempi imposti. Il suo eloquio è pacato, come era lecito attendersi, ma a volte si fa più deciso attorno non tanto a concetti legati al programma della sua parte politica, quanto a valori. E su questo si gioca le sue migliori carte soprattutto alla fine quando conclude l'appello con la retorica della felicità ("possiamo organizzare per noi un po' di felicità") certo studiata a tavolino.
Il tono pacato fa da contraltare agli acuti dell'avversario che ad ogni intervento non trova di meglio che esordire dandogli dell'incredibile bugiardo. Per una volta è Berlusconi e non i suoi avversari a dovere inseguire i discorsi dell'altra parte (chi "insegue" perde). Si dirà che è noioso, ma con la sua pacatezza e la risolutezza con cui difende il paese nel suo complesso, il dialogo e gli altri valori di cui si pone a tutela, aumenta la sua autorevolezza come capo di governo. Non reagisce agli attacchi se non per puntualizzare la sua indipendenza (rinsaldando quindi proprio il concetto di autorevolezza).
Parla come Premier in pectore. Dà per certa la vittoria, con ciò attirandola. Ha capito il giochino...
Le cifre. Prodi dà scacco al rivale proprio cogliendo quello che questi intende come punto di forza imprescindibile e irrinunciabile: le cifre. Come ha fatto correttametne notare l'alleato Fini oggi, Berlusconi sembrava volesse prendersi 110 e lode. Ma tutti i numeri vantati dal Presidente del Consiglio sono in distonia con la realtà percepita da gran parte degli italiani che pure in gran parte gli potranno stare vicino per "partito preso", ma che comunque non è mai utile far passare per quello che non sono. Gli occhi li hanno tutti, non solo lui. E magari vedono meglio.
Mancanza di contenuti. Qui il Professore è stato nebuloso. Sul programma. La cosa, se da una parte è stata maggiormente evidenziata dal continuo snocciolare di cifre da parte del contendente, dall'altra proprio per l'eccessiva ansia da prestazione del premier ha contributo ad attenutare le machevolezze su alcuni dei temi trattati. Ribadisco: Prodi ha saputo meglio interpretare la natura del confronto che non richiedeva, non in questo contesto, prove a discarico da parte di Berlusconi che pure le proponeva una via l'altra.
Tuttavia, non si può puntare troppo sul concetto del "volemose bene" senza offrire all'uditorio significati precisi in merito al proprio programma.


Voti:
Berlusconi: 5,5
per la buona volontà (un po' regalato).
Prodi: 6,5
per aver saputo meglio interpretare il match, ma da rivedere.

~


 

Sfida Prodi-Berlusconi 1/2: la parola ai sondaggi

Secondo il suo parere chi ha vinto il faccia a faccia?
Totale campione
Silvio Berlusconi 44%
Romano Prodi 50%
Pareggio 4%
Senza opinione 2%
Totale 100,0



Secondo il suo parere chi ha vinto il faccia a faccia? (SOLO TRA INDECISI)
Totale campione Indecisi
Silvio Berlusconi 44,0
41,0
Romano Prodi 50,0
51,4
Pareggio 4,0
4,6
Non sa / Non risponde 2,0
3,0
Totale 100,0 100,0



Chi ha vinto il faccia a faccia / Campione per sesso ed età
Totale campione SESSO ETA'
maschio femmina 18-34 35-54 55 e oltre
Silvio Berlusconi 44,0
49,5
38,8
39,6
41,8
49,1
Romano Prodi 50,0
44,7
54,9
56,0
51,7
45,0
Pareggio 4,0
4,7
3,5
3,5
3,8
4,0
Non sa / non risponde 2,0
1,1
2,8
0,9
2,7
1,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0



Chi ha vinto il faccia a faccia / Campione per titolo di studio
Nessuno / Elementari / Medie Diploma / Laurea
Silvio Berlusconi 49,1
41,6
Romano Prodi 44,7
52,7
Pareggio 3,3
3,9
Non sa / non risponde 2,9
1,8
Totale 100,0 100,0



Chi ha vinto il faccia a faccia / Campione per area geografica
Totale campione AREA
NORD OVEST NORD EST CENTRO SUD ISOLE
Silvio Berlusconi 44,0
49,6
39,2
31,5
48,6
50,1
Romano Prodi 50,0
43,8
53,7
61,4
47,2
48,0
Pareggio 4,0
4,1
4,9
4,7
2,7
1,9
Non sa / non risponde 2,0
2,5
2,2
2,4
1,5
0,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0



Secondo lei tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi chi:
E' stato più competente e preparato Ha detto la verità E' stato più convincente Più chiaro nell'esporre le proprie idee Le ha ispirato maggiore fiducia
Silvio Berlusconi 43,2
35,8
36,2
46,4
35,5
Romano Prodi 47,3
50,5
56,9
48,6
52,9
Pareggio 6,0
6,7
4,5
3,7
8,6
Non sa / non risponde 3,5
7,0
2,4
1,3
3,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0


Questo sondaggio è stato commissionato da La Repubblica e si può trovare qui:
http://www.repubblica.it/speciale/2006/elezioni_sondaggi/faccia_faccia.html

Andiamo ora a vedere quanto dice il Corriere della Sera

15 marzo 2006

Rilevazione Swg dopo il primo duello tv con Berlusconi
Primo sondaggio favorevole al Professore
Prodi ha vinto il confronto secondo il 42,6%, contro il 35,6% del premier, che però è apparso più abile secondo il 71,2%

Un sondaggio in presa diretta*, appena finito il duello in tv. La Swg di Roberto Weber ieri sera ha testato uno spicchio di elettorato italiano — 300 soggetti maggiorenni, dei quali la metà di centrosinistra, l'altra di centrodestra e una parte di indecisi —, al termine del faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Risultato: vince Prodi.
È piaciuto di più, il Professore, al 46,5% degli intervistati, a fronte del 34,7% che al termine ha riconfermato la sua fiducia a Berlusconi. Differenza più o meno simile alla domanda: chi è il vincitore del confronto? Il 42,6% ha indicato Prodi, il 35,6 Berlusconi. Pochi, pochissimi, stando al sondaggio Swg, hanno cambiato idea, sia nel centrosinistra sia nel centrodestra: il 91,1 per cento al termine del duello ha riconfermato la sua idea iniziale. Mentre il 3 per cento solo ha cambiato il suo orientamento iniziale.
C'è da dire, però, che mentre nel centrosinistra nessuno è stato convinto da Berlusconi, nel Polo il 10%, al termine del duello tv, ha ammesso di aver cambiato idea a favore di Prodi. Il quale è piaciuto alle donne più del premier, amato invece dalla popolazione più anziana. Al campione complessivo di elettori, comunque, sono state rivolte le stesse domande che nel '94 furono usate per un sondaggio sulla sfida televisiva tra Berlusconi e Achille Occhetto.
Il 23 marzo 1994, infatti, i due inaugurarono anche in Italia, su Canale 5, il duello tv all'americana: quasi 10 milioni di telespettatori incollati davanti al video. Fu un super record. Moderato allora da Enrico Mentana, che alla fine, orgoglioso, raccontò: «Quei due leader non si volevano stringere la mano per i fotografi. Li ho convinti io. E durante le pause per la pubblicità venivano subito raggiunti dai loro consiglieri. Chiedevano loro come è andata? Poi parlottavano per inventare nuove strategie. Berlusconi aveva l'emozione dell'esordiente».
Allora Berlusconi convinse la maggioranza, il 41,1 per cento degli intervistati, mentre Occhetto solo il 23,7. E quasi nessuno, anche in quell'occasione, cambiò idea: l'88 per cento di coloro che furono interpellati confermò il suo orientamento iniziale. Anche allora il leader di Forza Italia apparve più brillante (61,8%), più simpatico (53,8%) e più chiaro (46,2%). E il confronto meno noioso di oggi: il 69,7% lo trovò stimolante, rispetto al 57% di oggi. Ma a rileggere i dati di quel confronto, si capisce che i fedelissimi della Cdl anche questa volta hanno fatto quadrato intorno al premier. Nel duello di ieri sera, infatti, anche se il risultato finale ha premiato il leader dell'Unione, nelle singole capacità i due sfidanti se la sono giocata fino all'ultimo minuto.
Ad esempio, alla domanda sul più bravo, Prodi ieri ha preso il 39,6 % mentre Berlusconi il 36,6; sempre il leader dell'Unione è apparso il più convincente, ma con un breve distacco: 45,5 contro un 43,6. A sorpresa, invece, il più preparato è apparso Berlusconi (41,6), mentre Prodi ha preso solo il 35,6. Primato al premier anche di abilità: 71,2 contro il 20,8 di Prodi. In generale, la sensazione degli intervistati è stata che Berlusconi è apparso più brillante (57,4%), aggressivo (65,3%), e anche però più arrogante (55,4%). Insomma, la sua immagine è apparsa più forte di quella del suo sfidante.
Prodi, invece, è risultato più credibile come capo di governo (44,6 contro 36,6), più sincero (45,5 a 26,7) e più rassicurante (51,5 a 33,7). Il Professore, inoltre, ha vinto sul piano della credibilità: il 44,6 per cento degli intervistati lo ritiene, dopo il duello di ieri sera, il più vicino a come dovrebbe essere un capo di governo. E per molti è persino il più simpatico: 35,6 % contro il 34% che preferisce Berlusconi. Che nel '94, invece, conquistò il primato dell'immagine da capo di governo: fu scelto dal 46,4 per cento.
Angela Frenda
*Sondaggio Swg realizzato con un'indagine telefonica CATI effettuata a fine trasmissione su 300 soggetti maggiorenni. I metodi usati per l'individuazione delle unità finali sono di tipo casuale e riguardano due livelli di stratificazione: zona geografica e ampiezza demografica del comune. I due parametri sono uniformati ai dati Istat".

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/03_Marzo/14/sondaggioswg.shtml


Infine una sintesi di RaiNews24:

Duello tv. Per i sondaggi Prodi convince di piu'. Sedici milioni di italiani davanti allo schermo

Roma, 15 marzo 2006

Nel duello televisivo tra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il leader dell'Unione, Romano Prodi, secondo i primi sondaggi, il candidato dell'Unione avrebbe convinto di piu'. Per quello commissionato alla Swg dal Corriere della Sera, Prodi risulta dieci punti sopra il rivale. Responso simile da un sondaggio Ipr per La Repubblica che segnala Prodi al 50% contro il 44% di Berlusconi. Vittoria di misura per il Professore anche secondo una rilevazione dell'Istituto Piepoli.

Silvio Berlusconi alla fine dell'ora e mezza di trasmissione ha di fatto definito il duello televisivo con Prodi una perdita di tempo. "Così è impossibile confrontarsi" si è lamentato in chiusura di trasmissione sottolineando che così "è molto difficile affrontare un incontro dove non c'è la possibilità di una interlocuzione sulle frasi". Di parere opposto Romano Prodi: "Posso solo dire che sono molto contento", commenta con i giornalisti la prima sfida televisiva. "Quando si dibatte ad armi pari si possono dare concetti chiari agli italiani".

Una partenza più brillante rispetto all'avversario, Berlusconi si è però man mano 'seduto' sui vecchi schemi da comizio che vogliono la sinistra "ribaltare sistematicamente la realtà", che vuole l'avversario maestro nel "diffondere bugie e pessimismo".

Concetti che - avrebbe allora ragione Berlusconi - necessitano di qualcosa in più di quei due minuti e mezzo messi a disposizione dalle rigide regole che Sircana e Bonaiuti, i due portavoce, hanno concordato. Ma che, almeno ai 'punti', vedono favorire il 'professore'. "E' solo il primo round", spiegano alcuni stretti collaboratori del premier che così facendo ammettono - perlomeno
- una prova non brillante del "dottore". Lasciando però l'opzione aperta per il prossimo 3 aprile.

A tarda sera Nicola Piepoli, ospite su Sky, fornisce i dati del primo sondaggio condatto dal suo istituto sulla sfida dei candidati premier: Romano Prodi è piaciuto di più al 38% dei telespettatori, Silvio Berlusconi al 35% mentre per il 27% il risultato è stato di parità. Berlusconi, secondo il sondaggio, è
stato più apprezzato di Prodi nei primi due quarti d'ora di trasmissione. Mentre nei successivi tre Prodi lo ha raggiunto e ampiamente superato. Mentre l'ultimo quarto d'ora del 'big match' si sarebbe concluso in pareggio. Secondo gli intervistati, inoltre, a dispetto delle previsioni, il duello tv ha fatto
aumentare la fiducia degli elettori nei candidati premier.

Sono stati 16.129.000 gli italiani che hanno visto ieri sera il duello Tv tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Lo share registrato dalla trasmissione è stato del 52.13%.


http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=60435



martedì, marzo 14, 2006

 

La "sfida" Berlusconi-Prodi

... ancora ci deve essere e già viene a noia.
In effetti quella di stasera che cosa sarà? Personalmente sono attratto soltanto dagli aspetti puramente comunicativi della cosa.
Visto che sarà un incontro dialettico alla (pseudo) americana, è presumibile che la vis mediatica del Presidente del Consiglio finisca per prevalere in quanto più vicina alle corde del modello seguito (direi non più paradossalmente, visto lo scontro avvenuto con Lucia Annunziata domenica, in una intervista di più ampio respiro). Quindi Prodi avrebbe solo da perdere da questo confronto. Un punto di merito, questo, anche perché riporta un precedente di dialogo nell'opportunismo del non confronto iniziato nel 2001 dallo stesso Verlusconi, in vantaggio su Rutelli.
Detto questo, è naturale che non si spostino grossi voti per l'uno o per l'altro. Il principale vantaggio che i due contendenti possono trarre dalla loro sfida a due deriva dal colpo di collante che in questi casi viene dato alle rispettive "tifoserie": non emergeranno elementi valutativi nuovi, ma ci sarà un far gruppo che è già avvertibile nell'attesa diventata ormai spasmodica (sembra che il mondo non possa sopravvivere senza questo dibattito). Ma è presumibile che la vittoria mediatica di Berlusconi, se ci sarà e nella prospettiva testè prospettata, sarà di misura. Pochi degli indecisi verranno indirizzati a questo o a quel voto. Per loro varranno più le sensazioni dell'ultimo minuto ed è prevedibile che le loro preferenze si sposterano più o meno verso il centrodestra o il centrosinistra in proporzioni analoghe a quelle di chi ha già espresso indirizzo di voto.

Se non vi interessate di comunicazione ed elementi psico-sociologici di massa, domani sera potete tranquillamente andarvene al cinema o dove preferite.

~

giovedì, marzo 09, 2006

 

Vip in corsa alle elezioni

Nel bene e nel male ecco i "vip" candidati dai due schieramenti.

LE PRIME LISTE TRA VIP E CURIOSITA' »AL VIA PRESENTAZIONE DELLE
LISTE IN VISTA DELLE ELEZIONI POLITICHE ROMA - Medici, scienziati,
giornalisti, ma anche uomini e donne dello spettacolo e personalità che comunque
e per i motivi più diversi hanno conosciuto la ribalta della cronaca. I non
professionisti della politica già affollano le prime liste presentate nella
prima delle due giornate in cui le corti d'appello sono aperte per ricevere le
candidature. E tante sono anche le curiosità dell' ultima ora, le rinunce, i
cambi in corsa e le alleanze. Anche questa volta, infine, c'é stata una specie
di gara ad arrivare primi all' apertura delle porte: ma è una vittoria morale,
visto che la collocazione del simbolo sulla scheda sarà stabilito dal sorteggio.
STUDIOSI E SCIENZIATI IN CORSA - Lo psichiatra Luigi Cancrini, l'
astrofisica Margherita Hack e l' astronauta Umberto Guidoni candidati alla
Camera circoscrizione 1 Lazio per il Pdci. Margherita Hack è candidata anche in
Toscana, a Trieste e, insieme allo storico Nicola Tranfaglia, in Sicilia. Il
ginecologo Silvio Viale, sostenitore della RU486, è candidato per la Rosa nel
pugno alla Camera in Piemonte. E per la stessa lista la vedova di Luca Coscioni,
Maria Antonietta Farina, è candidata alla Camera in Campania.
DAL
PALCOSCENICO O DAL PODIO ALLA POLITICA - Rita Pavone è tra i candidati al Senato
della lista "Per l' Italia nel mondo con Tremaglia" per la circoscrizione
estero. L' attrice Franca Rame guida in Veneto ed in Piemonte la lista per il
Senato del' Italia dei Valori. La campionessa di sci di fondo Manuela di Centa è
al secondo posto nella lista di Forza Italia per la Camera in Friuli-Venezia
Giulia. In Piemonte per la Rnp si candidano anche il regista Marco Bellocchio e
l' ex portavoce di D'Alema Fabrizio Rondolino. Al Senato a Milano si candida per
la Rosa nel pugno la ballerina Oriella Dorella.
SANGUE BLU E PELLE NERA - Il
principe Lillio Sforza Ruspoli capolista al Senato nel Lazio per Alternativa
sociale di Alessandra Mussolini. Per Rifondazione comunista, in Toscana, è
candidato un senegalese, cittadino italiano da quasi undici anni: Mbaye Diaw,
per gli amici 'Pap', storico leader della comunità senegalese toscana. E sempre
per Rifondazione, annunciata da tempo. c'é anche la candidatura di Wladimiro
Guadagno, in arte Vladimir Luxuria alla Camera nel Lazio.
IMPRENDITORI E
PROFESSIONISTI AL VIA - L' imprenditore Francesco Casoli si candiderà al Senato
nelle Marche per Forza Italia, mentre Maria Paola Merloni correrà nella stessa
regione per la Margherita. Alla Camera tra i candidati di Alternativa sociale
nel Lazio c'é il giornalista Mino Damato. Antonio Polito, direttore del
"Riformistà è candidato al Senato per la Margherita in Campania 1. E Francesco
Pionati, noto al pubblico per i servizi politici sul Tg1, sarà candidato
dell'UDC al Senato, Rina Gagliardi, condirettore di Liberazione, é capolista per
Rifondazione al Senato nel Lazio
LA CRONACA SULLA SCHEDA - Salvatore Stefio,
il contractor che è stato ostaggio in Iraq, è candidato alla Camera per An nel
collegio Sicilia 2. L' ex questore di Napoli Franco Malvano correrrà al Senato
per Forza Italia in Campania 1, dietro al ministro Giuseppe Pisanu. Alternativa
Sociale candida in Lombardia al Senato Elisabetta Meggiorin, madre di Claudio,
un ragazzo ucciso da un albanese a Besano (Varese) lo scorso anno ed il sindaco
di Novi Ligure, il paese di Erika e Omar, si candida alla Camera in Piemonte per
il centrosinistra.
I MATTINIERI - La sveglia è suonata presto per i
promotori della lista 'Pensionati': è stata presentata alle 8 in punto in Valle
d' Aosta. Così come in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia, in Campania, e in
Abruzzo. Italia dei Valori è invece la prima lista ad essere presentata alla
corte d'appello di Roma e in Calabria. Rifondazione Comunista ha tagliato per
prima il traguardo a Palermo e in Liguria per il Senato. In Umbria e in Sardegna
i più mattinieri sono stati i militanti del Pdc. In Puglia e in Toscana An ha
consegnato le liste per prima, mentre in Campania i più mattinieri sono stati
gli azzurri di Forza Italia.
CHI RINUNCIA, CHI CAMBIA E CHI SI ALLEA -
Benito Paolone, eletto per diverse legislature nelle fila dell'allora Msi e poi
di An, guiderà la lista di Alternativa Sociale con Alessandra Mussolini per il
Senato, in Sicilia. Renato Schifani ha annunciato che sarà capolista di Forza
Italia per il Senato solo in Sicilia. Ieri gli era stato offerto il primo posto
anche nella circoscrizione delle Marche. Francesco Salzano, senatore dell'Udc,
ha invece rinunciato a riproporre la sua candidatura per favorire un ricambio
del gruppo parlamentare. Rinuncia anche per la giornalista Fiamma Nirenstein che
ha ringraziato ma ha detto no alla sua presenza nella lista di Forza Italia
della Toscana per il Senato. L' On Gianfranco Blasi, due anni fa relatore di
maggioranza della Finanziaria, non sarà candidato per Forza Italia in
Basilicata: avrebbe dovuto essere al numero 4 della lista per la Camera. Giacomo
Sanna, segretario del Partito Sardo d' Azione, è candidato nella lista per il
Senato della Lega Nord in Lombardia. E infine la Democrazia Cristiana, guidata
da Angelo Sandri, ha deliberato all'unanimità un'intesa elettorale con il
Movimento Italia di Nuovo di Maurizio Scelli.
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http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200603052123233442/200603052123233442.html


Ormai pare che chiunque abbia calcato per qualsiasi motivo la ribalta della televisione si senta importante e si ritenga rappresentativo di un qualcosa.
Ma che cosa avranno da sostenere certe persone, oltre alla propria megalomania?
Mah

 

Corriere della Sera si Schiera

Per chi si fosse perso l'editoriale del Direttore Mieli......

La scelta del 9 aprile
Centrosinistra e centrodestra al voto
di Paolo
Mieli

A dispetto di quel che da tempo attestano, unanimi, i
sondaggi, il risultato delle elezioni che si terranno il 9 e 10 aprile appare
ancora quantomai incerto. È questo un buon motivo perché il direttore del
Corriere della Sera spieghi ai lettori in modo chiaro e senza giri di parole
perché il nostro giornale auspica un esito favorevole ad una delle due parti in
competizione: il centrosinistra. Un auspicio, sia detto in modo altrettanto
chiaro, che non impegna l’intero corpo di editorialisti e commentatori di questo
quotidiano e che farà nel prossimo mese da cornice ad un modo di dare e
approfondire le notizie politiche quanto più possibile obiettivo e imparziale,
nel solco di una tradizione che compie proprio in questi giorni centotrent’anni
di vita.
La nostra decisione di dichiarare pubblicamente una propensione di
voto (cosa che abbiamo peraltro già fatto e da tempo in occasione delle elezioni
politiche) è riconducibile a più di una motivazione. Innanzitutto il giudizio
sull’esito deludente, anche se per colpe non tutte imputabili all’esecutivo, del
quinquennio berlusconiano: il governo ha dato l’impressione di essersi dedicato
più alla soluzione delle proprie controversie interne e di aver badato più alle
sorti personali del presidente del Consiglio che non a quelle del Paese. In
secondo luogo riterremmo nefasto, per ragioni che abbiamo già espresso più
volte, che dalle urne uscisse un risultato di pareggio con il corollario di
grandi coalizioni o di soluzioni consimili; e pensiamo altresì che l’alternanza
a Palazzo Chigi - già sperimentata nel 1996 e nel 2001 - faccia bene al nostro
sistema politico. Per terzo, siamo convinti che la coalizione costruita da
Romano Prodi abbia i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque
anni anche per il modo con il quale in questa campagna elettorale Prodi stesso
ha affrontato le numerose contraddizioni interne al proprio schieramento.
Merito, questo, oltreché di Romano Prodi, di altre quattro o cinque
personalità del centrosinistra. Il leader della Margherita Francesco Rutelli,
che ha saputo trasformare una formazione di ex dc e gruppi vari di provenienza
laica e centrista in un moderno partito liberaldemocratico nel quale la presenza
cattolica è tutelata in un contesto di scelte coraggiose nel campo della
politica economica e internazionale. Piero Fassino, l’uomo che più si è speso
per traghettare, mantenendo unito e forte il suo partito, la tradizione
postcomunista nel campo dominato dai valori di cui sopra. I radicalsocialisti
Marco Pannella e Enrico Boselli che con il loro mix di laicismo temperato e
istanze liberali rappresentano la novità più rilevante di questa campagna
elettorale. Fausto Bertinotti, il quale per tempo ha fatto approdare i suoi alle
sponde della nonviolenza e ha impegnato la propria parte politica in una nitida
scelta al tempo della battaglia sulle scalate bancarie (ed editoriali) del 2005.
Noi speriamo altresì che centrosinistra e centrodestra continuino ad
esistere anche dopo il 10 aprile. E ci sembra che una crescita nel centrodestra
dei partiti guidati da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini possa aiutare
quel campo e l’intero sistema ad evolversi in vista di un futuro nel quale gli
elettori abbiano l’opportunità di deporre la scheda senza vivere il loro gesto
come imposto da nessun’altra motivazione che non sia quella di scegliere chi è
più adatto, in quel dato momento storico, a governare. Che è poi la cosa più
propria di una democrazia davvero normale
08 marzo 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/03_Marzo/08/scelte.shtml


Il Corriere con questa mossa la credibilità non se la gioca ora (può essere interpretata anche come una scelta coraggiosa e di chiarezza), ma sarà messo in discussione dal 9 aprile in poi.

 

I confini dei reality. Esistono?

08 marzo 2006

La prima puntata è andata in onda lunedi sera sul network
Abc
Ecco il reality che promette miracoli
Si chiama «Miracle Workers» ed
ha come protagonisti persone affette da gravi malattie curate con cure
pionieristiche
Charles Valentino, prima di ammalarsi, era un ballerino a
Broadway. I medici di Miracle Workers gli hanno promesso che tornerà a ballare a
New York (Internet) NEW YORK - Chi pensava che i reality show avessero superato
qualsiasi limite, si dovrà ricredere: lunedi sera è andata in onda negli Stati
Uniti la prima puntata di un nuovo reality che promette di essere il più
controverso della storia. Si chiama «Miracle workers» ed ha come protagonisti
malati terminali o persone affette da gravissime malattie a cui i medici hanno
diagnosticato scarse possibilità di guarire. Il programma offre ai pazienti cure
pionieristiche. In cambio essi devono fare da «cavie» e sottoporsi a «cure
all’avanguardia» davanti ai riflettori delle telecamere.
FORMAT - Il format
televisivo è trasmesso dalla rete nazionale ABC, di cui è proprietaria la «Walt
Disney Corporation» ed è stata prodotto dalla DreamWorks, società di produzione
fondata da Steven Spielberg, il regista americano autore di capolavori
cinematografici come «Schindler’s list» e «Il colore viola». – I pazienti sono
seguiti da un team di chirurghi famosi che offrirà loro «una seconda possibilità
di vita». Al programma potranno partecipare solo persone povere perché, seguendo
un chiaro trend populista, l’azienda televisiva vuole «aiutare e regalare il
miracolo solo a quei cittadini indigenti che non possono permettersi cure
adeguate»
GARANZIE - Il programma assicura che i protagonisti saranno filmati
in ogni momento, «dall’attimo in cui verranno scelti per partecipare alla
trasmissione fino all’operazione». I produttori dichiarano che le più grandi
garanzie sono offerte ai pazienti, ma una clausola del contratto, che i malati
sono tenuti a firmare, ammonisce in maniera burocratica: «I risultati positivi
dei trattamenti medici non possono essere certi».
CAPOLINEA - «Quando la vita
di una persona è al capolinea e i medici assicurano che non vi è nessuna
speranza è il momento di rivolgersi a Miracle Workers», recita il logo del
programma. Tra i medici scelti vi è Redmond Burke, il primo chirurgo ad aver
effettuato un trapianto di cuore su un bambino, e Billy Cohn, conosciuto tra gli
addetti ai lavori come «il Thomas Edison dei trapianti», perché ha adottato nei
trapianti cardiovascolari delle tecniche pionieristiche che sono diventate
l’avanguardia della scienza medica.
PUNTATE - Nel primo episodio andato in
onda lunedi sera è stato presentato il caso di Todd Heritage, un ragazzo
dell'Ohio cieco da quando aveva 12 anni. Usando una tecnica innovativa legata
all'impianto di cellule staminali i medici hanno portato avanti una lunga
operazione. I commentatori del netwoork americano hanno sottolineato che l'uomo
non ha mai visto nè la moglie nè i suoi figli. Alla fine dello show, i dottori
hanno tolto le bende dai suoi occhi e gli hanno assicurato che fra qualche
giorno finalmente potrà vedere. In una puntata che andrà in onda nelle prossime
settimane sarà raccontata un'altra storia drammatica, di cui non si è ancora
certi del lieto fine: è la vicenda di un padre e un figlio inseparabili. La loro
vita però è stata sconvolta da quando a quest’ultimo è stato diagnosticato un
tumore al cervello. I dottori del suo Stato hanno assicurato al genitore che
un’eventuale operazione potrebbe far perdere la vista al giovane, ma grazie alle
moderne tecniche e ad un budget economico infinito ( la ABC ha speso 100.000
dollari solo per quest’operazione) i chirurghi del reality garantiscono una
completa guarigione.
SHOW - La notizia di questo nuovo reality ha suscitato
numerose critiche da parte di ampi settori della società americana che hanno
accusato il programma di essere cinico e di speculare sulle sofferenze delle
persone povere. A queste critiche ha risposto direttamente uno dei manager più
importanti del network Stephen McPherson: «Lo show aiuterà molte persone che non
potrebbero permettersi le giuste cure. In questi ultimi anni, in tv abbiamo
visto migliaia di reality fasulli e decine di programmi spazzatura: da lunedi
invece la ABC offre un prodotto completamente diverso che finalmente non fa solo
spettacolo, ma produce anche qualcosa di buono».
Francesco Tortora

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/03_Marzo/07/miracleworkers.shtml

Beh, alla fine mettendo la testa fuori dalla finestra, scopriremo che è il televisore di qualcuno. Il reality mangerà se stesso? La realtà ci sta riuscendo.


martedì, marzo 07, 2006

 

Un punto a Berlusconi


Berlusconi: non andrò dal Papa
D'Alema: bene Prodi, nessuno conivolga la Chiesa

(ANSA) - MILANO, 6 MAR - "Non sono un parlamentare europeo, quindi non andro' all'udienza del Papa", ha detto Berlusconi prima di partecipare a una trasmissione tv. Il premier ha ribadito che "il gruppo dei parlamentari europei del Ppe che viene per il suo congresso del 30/o anno" aveva richiesto l'incontro da settembre scorso, stigmatizzando "l'isterismo di certa sinistra". Massimo D'Alema, a Porta a Porta, si dice d'accordo con Prodi: "Non bisogna coinvolgere la Chiesa nella campagna elettorale. Nessuno lo faccia".


Un punto per Berlusconi: ha saputo comprendere come utilizzare a suo beneficio la disastrata comunicazione del centrosinistra sulla vicenda dell'udienza vaticana.

Troppo alla svelta il centrosinistra si è inalberato su una questione in cui, a torto o a ragione, aveva soltanto da perdere.




giovedì, marzo 02, 2006

 

"Meno per meno" non fa "più"

L'altra sera sono capitato pochi minuti di fronte a un faccia faccia. Nemmeno ricordo se era Matrix o Porta a porta (sia lodato Dio: la mia memoria mi regala ancora un po' di dignità), tanto è la stessa....
Intrattenevano il telespettatore (mamma mia che ironico sono stasera) due volti di secondo piano della politica, sebbene uno sia l'attuale Ministro della salute e l'altro un ex Ministro della giustizia.
Storace e Diliberto, appunto.

L'impressione era di vedere due marionette senza fili, meccanizzate. Dico questo non in senso spregiativo, ma per rendere l'idea. Movenze, pensieri, batti-e-ribatti prevedibilissimi da parte di pensieri talmente incanalati nel rispettivo (angusto) luogo comune autoreferenziale in grado di servire solo piatti precotti e indigesti ad una bocca solo minimamente smaliziata (ecco, ora passo per uno con la puzza sotto al naso).

La cosa più tediosa era l'autocompiacimento dell'uno e dell'altro all'affermazione di ogni beata verità che le loro bocche esprimevano.

Inutile dire che sono andato a letto prima del previsto, fiducioso che il mondo avrebbe continuato a girare per lo stesso verso in nottata.

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Bonaiuti: decisione apprezzabile. Rossella: «Decisione che ci fa piacere»
Authority: corretta la diretta Tg5 sul premier
Il programma «non ha comportato la violazione delle disposizioni sulla par condicio; aveva primarie esigenze d'informazione».

MILANO Eccezionale, irripetibile e da non ripetere, ma corretta: questo il giudizio dell'autorità per le comunicazioni sulla diretta-fiume del Tg5 del viaggio di Berlusconi negli Usa. La trasmissione in diretta del discorso del Presidente del Consiglio dei Ministri al Congresso degli Stati Uniti il 1° marzo 2006 e la ripresa dello stesso nei programmi televisivi informativi quindi «non ha comportato la violazione delle disposizioni sulla par condicio, trattandosi di cronaca di un evento di eccezionale rilevanza istituzionale rispondente a primarie esigenze d'informazione». È quanto si legge in una nota della Commissione Servizi e Prodotti dell'Autoritá per le Garanzie nelle Comunicazioni.

DA NON RIPETERE - Un diverso apprezzamento, sottolinea ancora l'Authority, «potrebbe però essere fatto se l'evento venisse riproposto in successive trasmissioni nel corso della campagna elettorale, in quanto verrebbero meno quei caratteri di eccezionalitá e di stretto legame con l'attualitá della cronaca che, alla luce della normativa vigente, fanno propendere per la rispondenza della trasmissione in esame ai principi ed ai criteri in materia di par condicio».
BONAIUTI: GIUSTA DECISIONE «Apprendiamo con piacere della delibera dell'Authority per le comunicazioni per cui non c'è stata nessuna violazione della par condicio da parte del Tg5. A questo punto è dimostrata, come era evidente, la meschinità di tutte le polemiche montate ad arte dalla sinistra sull'intervento del Presidente del Consiglio di fronte al Congresso Usa. Rileviamo invece come il servizio pubblico non abbia dato per primo una prova di sensibilità istituzionale». Lo afferma Paolo Bonaiuti, portavoce del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
ROSSELLA - «Naturalmente la decisione dell'Authority non può che farci piacere, ma eravamo sicuri in quanto sapevamo bene che tipo di speciale il Tg5 aveva realizzato». È questo il commento del direttore della testata, Carlo Rossella, alla delibera dell'Agcom. «Il discorso di Berlusconi - dice Rossella - è un evento che tutti i media hanno seguito con grande evidenza e che richiedeva la cronaca diretta e quel tipo di approfondimento che abbiamo realizzato nel rispetto della par condicio. Abbiamo fatto esattamente quello che la logica richiedeva di fare». Rossella si dice «rispettoso anche di chi ha espresso opinioni contrarie. Ma la decisione dell'Authority conferma la professionalità di coloro che lavorano al Tg5, sempre in una logica di rispetto dei principi che devono ispirare il buon giornalismo, che per me sono quelli anglosassoni. In primo luogo, pubblicare tutte le notizie che meritano di essere pubblicate. E l'intervento di Berlusconi al Congresso Usa meritava la diretta», conclude.
AVVERTIMENTI A ITALIA 1 E RETEQUATTRO - L'Authority ha anche intimato a Retequattro e Italia 1 di «ripristinare immediatamente il rispetto delle regole della par condicio, in particolare evitando di trasmettere ulteriormente riprese di eventi non legati all'attualitá della cronaca, facendo un uso improprio delle repliche e mettendo in onda eventi non di attualitá, in alcuni casi ripetuti in molti giorni successivi». L'intimazione comprende anche il «divieto di trasmettere ulteriori repliche dell'intervento del 1° marzo al Congresso USA». Il riferimento è anche al discorso tenuto dal premier Silvio Berlusconi.
02 marzo 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/03_Marzo/02/authoritytg5.shtml



Del tutto superfluo giunge il giudizio dell'Autorità.
Anzi, un'utilità la riveste: fermare gli eventuali autogol del centrosinistra. Infatti, tanto era evidente la finalità promozionale dell'evento (ne abbiamo già parlato qui) che chiunque l'avesse anche solo citata, avrebbe detto solo parole per di più fungendo da cassa di risonanza per il candidato del centrodestra.
Più gustoso, invece, l'intervento relativo a Retequattro e Italia1. Ricorda tanto quei film di Totò dove si cercavano sotterfugi di ogni genere, talmente scontati da risultare risibili, per tirare avanti i propri piccoli interessi di bottega.
Il problema è che non si vede all'orizzonte nessuno che abbia uno spessore in grado di mettere in ombra certi comportamenti con la sua stessa e sola presenza.
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mercoledì, marzo 01, 2006

 

ENEL/PRODI INVOCA 'OCCHIO PER OCCHIO'
FASSINO-RUTELLI PIU' CAUTI
Il segretario Ds: "Attenzione al ritorno del protezionismo"
28-02-2006 21:54

Roma, 28 feb. (Apcom) - Se la Francia continua con misure protezionistiche, l'Italia deve reagire nello stesso modo nei confronti delle imprese transalpine. Il leader dell'Unione Romano Prodi ha stupito tutti, oggi, quando ha invocato una sorta di 'occhio per occhio, dente per dente' nei confronti di Parigi, come rappresaglia al muro alzato dalla Francia nei confronti del tentativo Enel di acquisire Edf. "Se non si aprono anche loro - ha detto - noi dobbiamo proibire queste acquisizioni in Italia, perché noi non possiamo essere considerati solo oggetto d'acquisto". Parole forti, soprattutto se pronunciate da chi ha fatto dell'eurpeismo una bandiera e non a caso a stretto giro l'ufficio stampa del professore provvedeva a precisare che il verbo usato non era "proibire" ma "ostacolare". Una correzione di tiro che non cambia moltissimo la sostanza.

La 'reciprocità' l'avevano chiesta a più riprese anche Piero Fassino e Francesco Rutelli, nei giorni scorsi, e il segretario Ds è tornato a farlo oggi. Ma è anche impossibile non notare che nessuno dei due ha fatto cenno a possibili 'ritorsioni' contro la Francia, o a 'ostacoli' da porre alle imprese francesi fino a quando il Governo di Parigi non accetterà di aprire i propri mercati. Entrambi, Fassino e Rutelli, hanno preferito puntare il dito contro il governo italiano, colpevole a loro giudizio di una politica europea fallimentare.

"E' un governo, il nostro, che ci sta mettendo in una difficoltà nera". Ha detto Rutelli. "è un governo che non ha una strategia industriale, che non ha una strategia per i grandi gruppi nazionali che producono e acquistano energia e credo che non basti la politica delle pacche sulle spalle per colmare questo grande buco di cinque anni di governo Berlusconi".

Fassino si è dilungato molto di più, ("Tremonti vola a Bruxelles, ma sono cinque anni che spiega agli italiani che Bruxelles è una capitale inutile"), ma, soprattutto, ha voluto mettere in guardia dal rischio di un ritorno al protezionismo. Semmai, ha detto il segretario Ds, la strada da seguire è quella del ricorso alle autorità Ue. "Non basta la reciprocità, ma sono necessarie regole europee che valgano per tutti, in modo che non possa più succedere che il governo francese adotti provvedimenti protezionistici". Quello che si può fare contro la Francia, ha aggiunto, è verificare "se ricorrono le condizioni", per l'apertura di una procedura contro Parigi per infrazione delle regole europee.


"Che fatica fare la campagna elettorale... speriamo finisca presto" - ecco secondo me quello che pensa Prodi, anche se un po' sembra averci preso gusto.

Così oggi ha tirato un paio di battute ficcanti su Berlusconi in visita da Bush e ha attaccato sul tema Francia/Enel con una verve che i più non gli attribuiscono.

Se ne vedono di tutti i colori ed in genere i candidati cercano di spostarsi su terreni non propri per coprire quanti più profili possibile. Così, come nota Fassino, Tremonti si erge a paladino dell'Europa (con un compito facilitato dalla difesa del libero mercato, concetto a lui più vicino, ma incomprensibilmente ritenuto non attiguo al primo...), mentre Prodi si fa gaglairdo con uno sforzo che speriamo non gli risulti troppo improbo: in fondo manca ancora più di un mese alle elezioni. Chi offre un gatorade?


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