giovedì, marzo 09, 2006

 

Corriere della Sera si Schiera

Per chi si fosse perso l'editoriale del Direttore Mieli......

La scelta del 9 aprile
Centrosinistra e centrodestra al voto
di Paolo
Mieli

A dispetto di quel che da tempo attestano, unanimi, i
sondaggi, il risultato delle elezioni che si terranno il 9 e 10 aprile appare
ancora quantomai incerto. È questo un buon motivo perché il direttore del
Corriere della Sera spieghi ai lettori in modo chiaro e senza giri di parole
perché il nostro giornale auspica un esito favorevole ad una delle due parti in
competizione: il centrosinistra. Un auspicio, sia detto in modo altrettanto
chiaro, che non impegna l’intero corpo di editorialisti e commentatori di questo
quotidiano e che farà nel prossimo mese da cornice ad un modo di dare e
approfondire le notizie politiche quanto più possibile obiettivo e imparziale,
nel solco di una tradizione che compie proprio in questi giorni centotrent’anni
di vita.
La nostra decisione di dichiarare pubblicamente una propensione di
voto (cosa che abbiamo peraltro già fatto e da tempo in occasione delle elezioni
politiche) è riconducibile a più di una motivazione. Innanzitutto il giudizio
sull’esito deludente, anche se per colpe non tutte imputabili all’esecutivo, del
quinquennio berlusconiano: il governo ha dato l’impressione di essersi dedicato
più alla soluzione delle proprie controversie interne e di aver badato più alle
sorti personali del presidente del Consiglio che non a quelle del Paese. In
secondo luogo riterremmo nefasto, per ragioni che abbiamo già espresso più
volte, che dalle urne uscisse un risultato di pareggio con il corollario di
grandi coalizioni o di soluzioni consimili; e pensiamo altresì che l’alternanza
a Palazzo Chigi - già sperimentata nel 1996 e nel 2001 - faccia bene al nostro
sistema politico. Per terzo, siamo convinti che la coalizione costruita da
Romano Prodi abbia i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque
anni anche per il modo con il quale in questa campagna elettorale Prodi stesso
ha affrontato le numerose contraddizioni interne al proprio schieramento.
Merito, questo, oltreché di Romano Prodi, di altre quattro o cinque
personalità del centrosinistra. Il leader della Margherita Francesco Rutelli,
che ha saputo trasformare una formazione di ex dc e gruppi vari di provenienza
laica e centrista in un moderno partito liberaldemocratico nel quale la presenza
cattolica è tutelata in un contesto di scelte coraggiose nel campo della
politica economica e internazionale. Piero Fassino, l’uomo che più si è speso
per traghettare, mantenendo unito e forte il suo partito, la tradizione
postcomunista nel campo dominato dai valori di cui sopra. I radicalsocialisti
Marco Pannella e Enrico Boselli che con il loro mix di laicismo temperato e
istanze liberali rappresentano la novità più rilevante di questa campagna
elettorale. Fausto Bertinotti, il quale per tempo ha fatto approdare i suoi alle
sponde della nonviolenza e ha impegnato la propria parte politica in una nitida
scelta al tempo della battaglia sulle scalate bancarie (ed editoriali) del 2005.
Noi speriamo altresì che centrosinistra e centrodestra continuino ad
esistere anche dopo il 10 aprile. E ci sembra che una crescita nel centrodestra
dei partiti guidati da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini possa aiutare
quel campo e l’intero sistema ad evolversi in vista di un futuro nel quale gli
elettori abbiano l’opportunità di deporre la scheda senza vivere il loro gesto
come imposto da nessun’altra motivazione che non sia quella di scegliere chi è
più adatto, in quel dato momento storico, a governare. Che è poi la cosa più
propria di una democrazia davvero normale
08 marzo 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/03_Marzo/08/scelte.shtml


Il Corriere con questa mossa la credibilità non se la gioca ora (può essere interpretata anche come una scelta coraggiosa e di chiarezza), ma sarà messo in discussione dal 9 aprile in poi.

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