lunedì, febbraio 27, 2006

 

Ue: su Suez-Gdf nessun problema
Operazione verra' comunque 'valutata con grande attenzione'
(ANSA) - BRUXELLES, 27 FEB - La Commissione Ue non ha indizi sulla violazione della libera circolazione dei capitali in Europa, in riferimento a Suez e GdF. Lo ha dichiarato a Bruxelles Johannes Laitenberger, portavoce della Commissione. Se l'operazione verra' notificata, Bruxelles la valutera' 'con la piu' grande determinazione e nei dettagli, per stabilire se e' compatibile con le regole del mercato interno della concorrenza'.

La libera concorrenza intena all'Unione Europea, il fulcro attorno al quale ruota la stessa essenza di Europa fin dalla costituzione della CEE, è messa seriamente in dubbio dalle ultime vicende legate all'intervento del governo francese per bloccare l'avanzata di Enel sul mercato transalpino. Quel mercato aperto all'interno dell'Unione tanto decantato sembra rimanere tale, quindi, solo finché non si toccano interessi sufficientemente importanti.
Come per tutte le politiche (in genere tutti i comportamenti) di interesse, alla fine è solo una questione "di prezzo".
Vale a dire: si può ritenere che per alcuni settori che i vari governi ritengono strategici si possano gettare dietro le spalle quei principi con cui ci si riempiva la bocca poco prima e che si utilizzavano a difesa della libertà delle proprie imprese di operare indistintamente in Italia come in Grecia o in Danimarca? Evidentemente il settore energetico, in un contesto in cui sembra manifestarsi per alcuni Stati uno stato di necessità, quand'anche non una vera e propria crisi, riveste oggi ancora più che in passato una primarietà che lo sottrae a ogni principio "di ordine superiore".
Per certi versi è anche una questione comprensibile, il matenimento in mani amiche il controllo di certi settori, ma quest'ottica nazionalista infligge pesanti ferite alla credibilità e sostenibilità del processo di integrazione europea ed alla costruzione di solide strutture politiche comuni, specialmente in seguito al fallimento dei referendum per la Costituzione Europea (guarda caso proprio in Francia).
Con un'Europa cui manca il coraggio (ed, evidentemente, la coscienza e la forza) di darsi istituzioni comuni ed un potere legislativo ed esecutivo effettivo a Parlamento e Commissione, l'idea comunitaria vacilla pericolosamente. Quando gli Stati rinunciano all'apertura verso i propri vicini, ammettono, in sostanza, coi fatti, la propria mancanza di volontà europea. Indipendentemente dalle dichiarazioni di facciata.
Presumibilmente un compromesso farcito da qualche concessione agli italiani respinti sarà il risultato dell'intervento di Bruxelles.
Una toppa.
Poco.
~

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